giovedì 29 dicembre 2011

LA FARAONA DEI DI' DI FESTA

La faraona è una di quelle bestie che ancora si possono mangiare, meno gonfie di OVNI e non compresse.
Da bambina ne ero golosa, ne sarei ancora a trovarla... l'ho trovata il giorno 26 dalla mia amica e illustratrice Marcella Brancaforte.
Quando le giornate sono  belle sono belle.
Il giorno 26 dicembre c'era il sole, faceva un freddino giusto da inverno e si andava da amici preziosi :)

Di Marcella vi rimando al suo sito non è però aggiornatissimo, uff! Fa cose belle e tante, tante di più di quelle che son lì...

Insomma sono andata con un amico da Marcella e famiglia, il marito ve lo faccio scoprire dopo... che è pure un mago dell'immagine!


Quello che di cuocer faraone e cose così tortura un po' è la cottura, il forno, il problema che non bruci... Questo è un metodo di quelle parti, Tuscania (vicino Viterbo), che Marcella l'ha imparato lì, dalle donne del paese (lei è invece siciliana, catanese... poi ha vissuto a Urbino, a Milano, a Roma...). 
Faraona 'a bujone, che ci cucinano pure il coniglio, il pollo e la cacciagione, lì a Tuscania... Era un modo di cuocere invernale, posando la padella sulla stufa: cottura lenta a calore moderato.
Marcella ha appena fatto un calendario e una mostra sui migranti. Bellissima. E un po' migrante lo è anche lei, che spostandosi nell'Italia ha imparato a diventare un po' di tutte le regioni, oltre alla sua, imparando non solo le ricette del luogo, ma lo stare. E di migranti poi era piena la Sicilia e l'Italia tutta, che non dovremmo dimenticarcene davanti a quelli immigrati qui ora.
FARAONA A BUJONE  (x 6 abbondante)


Ingredienti
• 1 bella faraona grossa, fatta a pezzi
• rosmarino
• salvia
• 1 bicchier di vino
• 1 filo d'oilio
• sale
• un cucchiaino di concentrato di pomodoro (nella versione mangiata il 26 non c'era, era finito, ma è buono uguale)


Esecuzione
• Lavare e asciugare i pezzi di faraona, poi salare.
e il piatto è decorato da Marcella, ovviamente...


• Mettere poi i pezzi di faraona un un tegame o una padella dai bordi alti con un filo d'olio e aggiungere rosmarino e salvia freschi.
• Mettere su a fuoco vivace, far rosolare.
come pure le piastrelle :)


• Dopo un po', quando la faraona sfrigola, aggiungere mezzo bicchiere di vino, e abbassare la fiamma.


• Coprire la padella col coperchio e far cuocere un poco.
• Aggiungere una tazza d'acqua con sciolto il concentrato di pomodoro (non indispensabile) e far cuocere piano e coperto anche 2 ore (almeno 1) a fuoco basso.


• servire con contorno di patate o verdura, come questi bei broccoli e cavoli lessati. A parte mettere il sughetto che resta nella padella (non l'ho fotografato, ma fidatevi: c'è).


Mentre la faraona "bujona" per conto suo, oltre a vedere disegni della cuoca andiamo a vedere i lavori del momentaneo "lavapiatti".... si entra in un antro magico, dove nascono statue e soldatini... vi faccio vedere solo due angolini, per questioni di "pricacy"... il resto immaginatelo.
la cosa che mi commuove di questa parete è che le chiavi sono uguali a quelle del mio portone a Venezia.


egli crea gli uomini (piccoli però)
Potete leggervi qualsiasi libro mentre la faraona cuoce, e questo è il bello anche di questo piatto. La casa è calda dell'inverno, voi vi sedete in poltrona e leggete. Magari questo: un bellissimo libro di documenti di guerra (la prima guerra mondiale), che attraverso i foglietti, i messaggi, i dispacci fa rivivere quello che accadeva in trincea... 


e un po' in trincea ci siamo tutti, anche oggi, ma quella era peggio, e l'hanno superata (chi non è morto).

martedì 27 dicembre 2011

CENINO (seconda parte)

Ricominciamo e finiamo di parlar di cenino... ma queste cose ve le potete utilizzare per il san silvestrino:

LASAGNE VEGETALI
ovvero
Cardi al forno

Ingredienti (sempre per 6 se è un contorno)

1 cardo grande e grosso
1 confezione passato di pomodoro (liscio)
2 spicchi d'aglio
1 pizzico d'erbe provenzali
1 pezzetto di sedano
4/5 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 cucchiaio di pangrattato (non indispensabile)
4 alici (optional)
2 cucchiai d'olio
sale


Procedimento

• Pulire i cardi: si stacca ogni gambo e col coltellino, tagliandoli a pezzi di 3/7 cm. si "sfilano" coioè si eliminano i filamenti duri (come per il sedano, ma con più cura). Si gettano subito i pezzi in acqua acidulata con mezzo limone.


• Cambiare acqua in mettere 2 gocce di limone, un cucchiaio di farina (per aiutarli a stare morbidi), poco sale grosso e farli bollire.
• farli bollire. (sì la cosa è lunga e dipende dalla qualità del cardo o del gobbo, da 1 h. in su). Non devono essere molli, ma la forchetta deve entrarvi senza fare troppa resistenza.
• Nel frattempo in un pentolino antiaderente semi coperto (per evitare la cucina decorata di rosso) far sobbollire il pomodoro con mezzo cucchiaio di olio, poco sale, sedano e aromi.
• Alla fine dovrebbe essere tutto cotto. Prendete una pirofila e oliatene un poco il fondo (un cucchiaio basta). Stendete ben compatto uno strato di cardi (che avrete scolati bene). Poi sopra un poco di salsa e un poco di parmigiano (non esagerate, il cardo è un sapore delicato che non va distrutto dagli altri).

• Ancora cardi e ancora salsa e parmigiano e qualche pezzettino piccolo di alici. Poi un ultimo strato di cardi con poca salsa e parmigiano misto a pangrattato, più due gocce d'olio.

• Infornare a 180°/200° per 20 minuti circa, regolatevi a occhi, che tutto si compatti e asciughi, ma non si secchi. Se avete il grill gratinate un poco.
• Servire in tavola come contorno o come piatto solo, caldo o tiepido.

Varianti: potete negli strati interni mettere POCA ricotta o poca mozzarella sbriciolate.
Variante bianca: la mia mamma faceva i cardi con la besciamella. Questo permette di esaltare il sapore del cardo e di addolcirlo. Bisogna non esagerare nel quantitativo di besciamella. In cima dorare con parmigiano e fiocchetti di burro... se vi va...
I cardi si usano molto con bagnacauda e cibi insaporiti di alici (io le ho aggiunte in questo piatto), ma credo che se si esagera coi sapori forti il cardo, delicatissimo, si perda un po'.

e per finire, assieme al panettone e a noci e nocciole:

CREMA DI DATTERI

Ingredienti

1 confezione di datteri (o una bella fetta di pasta di datteri)
150 gr. di ricotta
1 cucchiaio di yogurt greco
1 cucchiaino scarso di cannella


Procedimento

• se non avete la pasta di datteri (da tagliare piccola, tritare e mettere in ammollo prima in acqua tiepida, poi nello yogurt) tagliate e snocciolate i datteri, e tritateli grossolanamente. Se sono quelli fresci ancora meglio.
• in una ciotola frullate il trito di datteri, la ricotta (da aggiungere poco alla volta), lo yogurt e la cannella.
• frullare finché la pasta sarà una crema omogenea.

• conservare in frigo e servire assieme a panettone o dolci secchi. Senza lo yogurt può diventare una buona farcitura per le noci (modello sandwich).

Buone Feste!
ecco la scena dopo che gli amici se ne sono andati :)

Ma che leggere in questi giorni?
Questi racconti vi porteranno freddo. Vi faranno capire che noi siamo in crisi, ma che ci sono stati tempi, e non così lontani, in cui c'era ben altra povertà.
Silvio D'Arzo è morto a 32 anni, e non ha avuto fortuna nemmeno in quei pochi, sebbene autori gli riconoscessero del genio.
Ma non lo consiglio per piangerci su, ma per fare attenzione alla lingua, alle parole e al senso della vita.
Se invece volete divertirvi e ridere senza sentirvi scemi, continuate don Barks :) Buona lettura!

domenica 25 dicembre 2011

IERI VIGILIA (CENINO dei SENZA FAMIGLIA)

Infine l'ho fatto... eravamo in 4, ma si poteva essere più, ma era bello così. Vigilia di Natale a parlare di politica, di economia, di sesso, di banche, a bere e a scambiarsi regali riciclati.

Ecco il menù:

Preludio

Sformati verdi di ricotta e broccoletti al profumo dell'orto
pesci affumicati (portati da ospiti)

Sinfonia

Risotto agli agrumi
Saltata di pesce e gamberi

Chiusura

Lasagne vegetali: Cardi al forno tricolori

Finale
Panettone
con crema di datteri
e noci e nocciole

Vini rossi


Prima parte

La spesa la si fa il mattino alle 8... luce e bellissima e mercato ancora vuoto (ma i negozianti stanno già preparando le sporte per i prenotati).

Sformati verdi di ricotta e broccoletti al profumo dell'orto

Ingredienti (x6)
• 200 gr. circa di Broccoletti (o cime di rapa o simili) già nettati
• 250 gr. di ricotta (di pecora è meglio)
• 2 uova
• 2 cucchiai di parmigiano
• due pizzichi di mentuccia secca.

Procedimento
• lessare molto bene i broccoletti in acqua salata non troppo abbondante (tenere poi da parte l'acqua, servirà per il risotto).
• Scolarli e strizzarli (anche il giorno prima).
• In una terrina mettere i due gialli d'uovo, i broccoli e la ricotta. Col frullatore a immersione frullare bene il tutto.

• aggiungere parmigiano e menta (se si vuole anche un po' di prezzemolo tritato e altre erbette a piacere).
• Mettere in frigo il composto, mentre nel frattempo battete le chiare a neve (non occorre sia molto ferma.

• Incorporare le chiare nel composto mescolando delicatamente.

• suddividere negli stampi (ungendoli se occorre).
• infornare a forno medio per circa 20 minuti. Controllare che il cuore sia asciutto. Lasciar intiepidire.
• Sformare e impiattare. Si può servire ornato di qualche goccia di crema di aceto balsamico.

Risotto agli agrumi

Ingredienti (x6)
• 6 tazzine da caffè di riso carnaroli (meglio abbondare un poco)
• 3 mandarini non trattati (non mandaranci)
• 2 limoni non trattati 8o 3)
• 1 arancia non trattata
• olio
• brodo vegetale (cipolla, sedano, carota, sale)

Procedimento
• preparare il brodo (ho utilizzato anche l'acqua dei broccoli, ma attenzione che non prevalga)
• Grattare la buccia di due limoni e di 1 arancia.
• Spremere 2 o 3 limoni e 3 mandarini.
• Tagliare finissima la buccia di due mandarini.

• Mettere 3 cucchiai d'olio nella pentola (ho usato quella di ghisa), aggiungere la buccia tritata dei mandarini e subito dopo il riso, che mescolando si fa tostare, finché non diventa traslucido.
• aggiungere mano a mano il brodo vegetale, continuando la cottura anche coperta.
• dopo 10 minuti, invece del brodo aggiungere il succo di limoni e mandarini.
• in genere il tempo del risotto è di 15, 17 minuti. Poco prima di spegnere aggiungere la buccia grattugiata di limone e arancia e un pizzico di pepe.
• Lasciar riposare coperto 2 minuti.
• Servire, da solo o accompagnato da ragù di pesce o da scampi o gamberi.

Pesce in padella

Ingredienti
•1 kg. di misto pesce  a tocchetti con molti gamberi e gamberoni...
• 2 spicchi d'aglio
• olio
• erbe di Provenza
• finocchiello selvatico o cime di finocchio
• sale e pepe
• mezzo bicchiere di vino bianco
• 1 cucchiaio scarso di salsa di pomodoro

Procedimento
• Mettere in una larga padella olio e aglio.
• Aggiungere il pesce (senza gamberi e gamberoni)
• salare e aggiungere pomodoro, erbe e cuocere col coperchio, aggiungendo una tazzina d'acqua se serve e mescolando di tanto in tanto.
• dopo 10 minuti almeno (fate a occhio) quando il pesce è quasi cotto, aggiungere gamberi (sgusciati), poi il vino e regolare di sale.

• Portare a fine cottura e aggiungere all'ultimo il finocchio.
• servire con il risotto, oppure con pane o patate lesse.


Nell'attesa della seconda parte leggetevi delle belle storie di Natale... Carl Barks ne ha fatte tante, ma la più bella è quella di Paperino e la scavatrice, dove si evince che generosità ed egoismo sfrenato possono confondersi facilmente... pensateci bene quando farete regali la prossima vota, e poi pensate che l'abbondanza, la grandezza, spesso sono solo proiezioni di desiderio e che sapremmo accontentarci di molto meno... il tutto ve lo dedico con allegria e vado a consumare i resti della cena :)
Buon Barks a tutti! ve lo dico con questa altra bellissima paginetta...

venerdì 23 dicembre 2011

DOMANI VIGILIA

E sì....
ora ho poco tempo per spiegarvelo... ma la vigilia si mangia di magro. Non era la mia vigilia quella delle spanciate, ma quella di cibi speciali, rari, ma spesso poveri.


Colazione con ... ehm ehm, cioccolata calda e BUSSOLAI (ciambelle poco dolci lievitate e all'olio, di magro)


A pranzo o BIGOI IN SALSA (domani sera li faccio e poi ve li mostrerò, ma senza i bigoi neri, che si comprano solo a Venezia... boh, provo a cercarli, ma non confondeteli con quelli di Bassano, che son grossi e più molli) oppure PANCOTTO (una delle ricette più povere della storia).
Poi qualche pezzo di pesce, alici, tonno...
Cena: boh, mi sa RISOTTO DI PESCE, antipasto di TARTINE bellissime e magari la GRANSEOLA se andava di stra-lusso, poi PESCE BOLLITO (dalle zie).
Infine il panettone è ovvio. E ovunque profumo di mandarini, e poi le noci e i datteri con la donnina sulle punte.


Vi racconto solo il:
PANCOTTO o PANBUGIO (panbollito).

Ingredienti

• Pane secco (meglio sarebbe il toscano o contadino, noi non lo usavamo)
• brodo vegetale o acqua
• aglio 2 spicchi
• 3 foglie d'alloro
• olio buono
• sale

Preparazione


• Tagliare il pane secco a tocchi
• preparare del brodo con sale cipolla, carota, sedano ecc... togliere poi le verdure
• bagnare il pane col brodo o con l'acqua, fino a coprirlo, aggiungere aglio e foglie di alloro, incoperchiare e mettere a bollire lento. Almeno 1 ora. Mescolando ogni tanto.
• lasciar riposare un poco, mescolare e controllare che il pane sia ben cotto e morbido.
• servire nei piatti fondi e condire con l'olio crudo (e volendo del pepe o persino parmigiano)

Un cibo bianco e da vigilia, che in certi periodi amavo molto e in altri mi nauseava, da bambina...

Buona viglia e buon Bianco Natale a tutti!

venerdì 16 dicembre 2011

REGALINI DI NATALE

Me l'ha insegnato una mia amica redattrice e editor in Bompiani:
A Natale regala biscotti fatti con le tue mani!
Costa un po' di fatica (ma un weekend in giro per negozi e deliri non è peggio che un weekend in casa, col forno acceso e le mani in pasta?), non molti soldi e, se non siete cuochi disastrosi e non regalate i biscotti a chi è a dieta ferrea, il regalo è graditissimo. Si consuma, con calma, si offre ad amici, si gusta.
La mia amica era bravissima e faceva biscotti vari e particolari.
Certo, potete usare anche la frolla comprata o l'impasto allo zenzero di ikea, ma non è la stessa cosa.


Io l'ho fatto quando ho regalato il mio libretto Merende e Merendine, la versione originale, fatta solo per amici (e la copertina aveva attaccato un vero biscotto).


Spazio pubblicitario: il libro costa meno di 5 euro e ora è pure scontato sul sito  (fino a lunedì, credo), potete regalarlo da solo o assieme a biscotti, o se siete abili marmellatai, alle vostre marmellate.
Fine dell'inciso pubblicitario.


I biscotti  a Natale da noi erano i "busolai" all'olio per la viglia, e le stelle al miele per le feste. Sono dolci difficilotti, vediamo se poi li posto e faccio.
Invece un'altra amica mi diede queste due ricette, entrambe buonissime. Lei è svizzera, e  le dita alle mandorle sono un gusto nordico. Quelli ebraici in compenso vanno bene anche per chi non crede nel Natale e ha paura del burro.
Questa volta le ricette non le trascrivo, perché i foglietti sono ben leggibili. 
E i biscotti li ho solo disegnati, per ora, ma sono facili da fare e non serve vederli. Fidatevi.


BISCOTTI EBRAICI 
(accanto alle dosi troverete la mia versione meno abbondante, in piccolo a matita, ma tutto è in proporzione)
Non si fanno sul tavolo, ma dentro a una terrina, mi raccomando...

Ne viene una pastella abbastanza tenera, che disponete a cucchiaiate sulla teglia unta d'olio, distanti tra loro (attenzione che non sia così liquida da disfarsi tutta), mettere a forno abbastanza caldo (180) e preriscaldato, per circa 20', ma regolatevi a occhio che ogni forno ha la sua...
Io metto arancia E cannella... vengono meno gialli che nel mio disegno... l'acquerello è acquerello ;)
DITA DI MANDORLE



 Premessa, io preferisco il burro alla margarina!!!!!!!!
Io me li ricordo a kiffel.... perché? Ma anche se risultano a bastoncini (come dita) il gusto è perfetto e non sono difficili, e nemmeno lunghi da preparare. 

Se non li volete regalare ricordo che quelli ebraici si possono mangiare alla vigilia, che sono di magro, gli altri la mattina di Natale, con una tazza di cioccolata bollente (trovate la ricetta agli inizi del blog). Tutti modi per far amare il Natale anche a chi non lo sopporta.

martedì 13 dicembre 2011

PERIODO... PIGRO



In realtà non c'è cosa che avrei più voglia di fare che cucinare, in questi giorni.
Fa freddo, ma non troppo, si avvicinano le feste (che son tra i pochi ad amare) e stare a casa sarebbe essere meno agitata sul lavoro...
invece uff, giorni in fiera dei libri, che è sempre meno stancoso che scrivere, fare lezioni, mail, impaginare, seguire cose ecc ecc. cioè il normale trantran.
Poi ha dato anche soddisfazioni (come dicevo, Valentina, ma anche Omino Bufo e Ronfi e Papers Dolls sono andati bene... e son mie creature). Però ragazzi, che poca gente!
Lo diceva anche una visitatrice fedele da 7 anni: «gli scorsi anni non ci si camminava e ora, anche col carrello, passo comoda!».
E be', non è una bella cosa: meno libri meno liberi?
A ogni fiera penso che dovrei andarci con un banchetto di cibo... quelli che vendono cioccolata fan sempre grandi affari... a questa fiera almeno non l'ho pensato, ma ho voglia di far biscotti e volevo donarne con il libro di merende e merendine, ma ero poco organizzata, ho più idee che tempo, insomma.
Quel libretto nasce da un regalo di natale fatto per gli amici anni fa, lo allegavo a biscotti fatti in casa e a una mug con la stampa di un mio acquerello... :)
Se la tazza è complicata, regalare biscotti è una cosa bella, non impegna chi li riceve e costa poco (in tempi di crisi), ma è segno di pensiero e affetto.


Oggi poi è Santa Lucia, vi rimando qui a una mia semi-storia sulle feste di Natale e affini, pubblicata su Coreingrapho mi sa due anni fa!
Santa Lucia è una santa vagabonda, le si fa festa a Siracusa (e forse in Sicilia), poi in Dalmazia (la mia mamma era di Zara e dunque avevo feste veneziane e dalmate) e a Bergamo anche, con tanto di mercatino... e poi si sale fino in Svezia! Mi divertirebbe capire il suo percorso. Ci sono filologi di santeria in giro?
Insomma per Santa Lucia noi avevamo solo uso di dolci e regalini nella calza, ma mi pare che in Sicilia ci sian quei dolcetti che anche Lita nominava... e a Siracusa la "cuccìa, dolce si grano cotto e ricotta, arricchito di zuccata, cioccolato e cannella. Nasce da una carestia, in cui il grano non venen macinato, immagino per non sprecarne, ma cotto direttamente. Così mi dicono che per Santa Lucia si mangiano arancini di riso e cuccìa di grano e ricotta... niente pane o farina.
Ora a quest'ora nominare queste cose vien fame.
Per me la dolcezza di Santa Lucia era solo i pupazzi di cioccolato, bellissimi, i Santa Claus, gli angeli, gli orsetti, che avrebbero ovuto ornare l'abete, ma che finivano prima. E la cosa più bella era sbucciarli dalla stagnola e scoprire la scultura di cioccolato, perfetta, sotto la buccia.
Ve la copio da un sito dove mi pare giusta:
Cuccìa

Ingredienti :
500 gr di grano tenero (o duro? trovo disparità su questo... io direi duro)
1500 gr. di ricotta di pecora
200 gr. di zucchero a velo
150 gr. di cioccolato fondente (un pezzo grosso e buono)
70 gr. di frutta candita (mi raccomando, o buona o niente!), cedro e zuccata
cannella, un po' di buccia d'arancia fresca a pezzettini (senza il bianco) o grattugiata, un pizzico di sale

Come fare:
Lasciate a bagno il grano per due giorni in acqua fredda cambiandola spesso, la sera prima di fare il dolce scolatelo e mettetelo sul fuoco con acqua e poco sale per due o tre ore, ma regolatevi assaggiando.  Quindi spegnete il fuoco e coprite con un canovaccio la pentola. Poi scolarlo bene. A parte, lavorate la ricotta al fine di ottenere una crema zuccherata dalla grana finissima. Sbattere la ricotta usando un canovaccio di lino (a mo’ di colino), riempito con la ricotta fresca e poi spremuto a mano fino ad ottenere la crema (oppure col frullatore). Aggiungere alla crema di ricotta, i pezzetti di cioccolato, la frutta candita tagliata a pezzetti e infine il grano scolato e asciugato con un canovaccio di cotone. Mescolare il tutto ben bene e versare in una terrina. Spolverare con un po’ di cannella in polvere e scagliette di cioccolato. Riporre in frigo fino a prima di servire, non serve a lungo...
In realtà a fantasia potete condire il grano cotto con fichi e frutta secca, arance, miele, spezie e quello che vi va... e alcuni lo fanno con la crema di latte.
La cosa più bella della cuccìa è che non la si fa per sé: è un piatto da regalare a parenti ed amici... ecco dunque un'altra idea oltre ai biscotti (di cui vi parlerò presto, ma intanto potete ispirarvi alle ciambelline al vino romani che ho postato agli inizi e che seppur più pasquali, stanno bene legate con un bel nastro rosso... se poi usate il vino rosso per farle ancora meglio!).
Pensate che carino, regalare un dolce e un libretto..
ora vi devo dire che libro... e non dirò merende o altro di "casa", in realtà non dirò nemmeno uno che adoro... mi è piaciuto ma lasciandomi molte perplessità, ma siamo in tempo di festa e bambini e regali magici (la calzetta piena di giochini e dolci) e così credo che Il Topo e suo figlio sia adatto... 
ma io non lo regalerò, se non per liberarmi della copia... poi ditemi che mi son sbagliata, è un libro tanto amato, sarò io un cuore duro? Aspetto pareri... :P

domenica 11 dicembre 2011

PASTO VELOCE... letture lunghe

Sono giornate caotiche.... passo il tempo alla fiera dei libri (fiera della piccola editoria), scoprendo con piacere quante lettrici e lettori ha Valentina Mela Verde!


Ma non parlerò di mele, però quello è il libro (anzi il trittico che a febbraio sarà completato col quarto e ultimo volume) che abbino alla ricetta.
E non c'entra proprio niente, se non che, mettendoci poco tempo a cucinare, potrete avere il tempo di leggere. Questo si legge in poltrona, a piccole o lunghe dosi, e non apprezzando solo i ricordi, ma anche il ritratto di un'epoca e il ritratto di un'adolescenza, che diversa o simile, attraversano tutti.


Questa ricetta è facile, tanto che può farla anche un adolescente.




I TESTAROLI vengono dalla Lunigiana, e li compro a Lucca ogni volta che ci vado per i Comics, ma li ho scoperti a Milano tanti anni fa, e proprio in questi giorni dell'anno: alla fiera degli Oh bej, oh bej (che vuol dire che belli che belli, grido dei venditori per magnificar la propria merce).
La fiera si tiene per Sant'Ambrogio, santo che si festeggia il giorno dopo l'Immacolata, così per i Milanesi il ponte c'è quasi sempre e son giorni di festa, di freddo e allegria, di compere che vanno dal soldino per la ciambella ai regali di antiquariato. 
Alla fiera (ma pare che quest'anno gli "irregolari" siano stati "finalmente" allontanati), si scoprono cose starne, creazioni di giovani alternativi e merci che provengono da zone diverse e Paesi lontani. Negli anni ho provato cibi italiani che non conoscevo e piatti speziati africani, che donne variopinte portavano nel carrello per alimentare i conterranei venditori di statue e stoffe.
Ricordo anche la torta di zucca buonissima che una ragazza lombarda portava in un cestino e che nessuno le aveva comprato, ma che saziò me e un amico mentre si andava al cinema De Amicis.
Il profumo di vin brulé varia a seconda delle mani che lo preparano, tutte giovani e quasi tutti un po' montani.
Ho mangiato gli sgabei (di cui cercherò info e ricetta) e ho scoperto là i testaroli, che si comprano sotto vuoto, ma sono una specie di pasta cotta sul testarolo (una piastra rotonda) e che per certi versi ricorda la "spugnetta" che fa da base ai piatti eritrei, sebbene con sapore diverso e meno aciduli.




Allora, se trovate chi ve li venda, ecco il piatto veloce e adatto alla stagione.

TESTAROLI

ingredienti:
Testarolo (1 disco x 3 persone)
condimento (pesto o altro)

Procedimento

• Si mette a bolire acqua con un poco di sale (meno che per la pasta normale, il testarolo è più saporito.
• Si apre la busta del testarolo e lo si taglia a pezzi irregolare quadrotti o a strisce.



• Quando l'acqua bolle bene si spegne il fuoco e vi si buttano i testaroli tagliati. Si copre e  si lascia lì da 2 a 5 minuti (dipende se li volete duretti, più indigesti, o morbidini).
• Estrarre poi i testaroli con una schiumarola e scolarli prima di servirli nei piatti o in una zuppiera scaldata, dove li condirete...





con:


pesto (o anche un sugo veloce di basilico, aglio, olio e pecorino
oppure
burro e formaggio
oppure
sugo di noci


Io sono per il condimento burro e formaggio, che lascia tutto il sapore del testarolo, ma anche un pesto non troppo agliato e abbondantemente pecorinato ci sta bene.


Mangiarli ben caldi con bicchiere di vino rosso.
L'autunno fa posto all'inverno, spegnete la tv che dà cose trite e leggetevi un bel libro in poltrona, dopo cena.