giovedì 10 novembre 2011

BUON SAN MARTINO (infatti c'è il sole)

Oggi (questa sera è la vigilia e la festa è domani... ma come sempre è la vigilia che conta) è San Martino.

Chi da bambino non ha letto la sua storia?
Il santo, che era un cavaliere romano e che divise con un colpo di spada il suo mantello (a ruota) per coprire un povero. Insomma l'inventore del mantello a mezza-ruota, ma anche dell'estate indiana, da noi detta – appunto – di San Martino. Perchè appena rovinato il suo bel mantello, uscì il sole a riscaldarlo.
Un inno alla carità (e il sole per il poveretto che gelava invece non era uscito, NB)...


San Martino però è anche il vino nuovo, a circa o poco più di un mesetto dalla vendemmia il mosto s'è fatto vino. Anche Carducci lo ricorda...


La nebbia agli irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.




Mese di caccia e selvaggina, mese di vino e castagne... 
Nel veneto si festeggia particolarmente, a Venezia e dintorni, non so in quante altre zone.


La cena di San Martino (che si fa oggi, ma io questa volta la sposto a domani a causa di una presentazione di libro a fumetti) consta in:


• Polenta, verze scaltrìe e maiale (piatto con mille varianti ritrovabile in tutti i paesi in questa stagione)
• Maroni arrosti (non i pendagli maschili, ovviamente, ma le castagne)
• San Martino in pastafrolla o in cotognata 
• Vino nuovo (il torbolin, vino ancora mostoso, è ormai alla fine, ma se ne possono bere gli ultimi bicchieri in questa occasione).


Come vedete cena semplice, ma sostanziosa e molto autunnale.

Domani il mio menù avrà delle varianti:
Minestra di castagne, funghi e ceci
Verze scaltrìe con salsiccetta
SAn Martino e maroni
Torbolin... rosso (una stranezza)


Qualche ricetta da menù ve la dirò, per ora vi spiego il San Martino, aiutandomi con quello che ho comprato in una pasticceria veneziana, assai buona, ma di scarsa estetica per il sanmartino. Spero domani di farne uno con le mie manine.


Ingredienti


Ingredienti per una crostata di 24-26 cm di diametro:
• 240 gr di farina
• 160/180 gr di burro
• 80/100 gr di zucchero
• due tuorli d'uovo (o 1 intero e 1 tuorlo)
• un cucchiaino di lievito in polvere




Esecuzione

• Impastare rapidamente farina e zucchero e lievito (+ un pizzico di sale), con le uova e il burro freddo a tocchetti.
• Tutto deve essere ben amalgamato, ma non troppo lavorato. Si tratta di una pasta frolla "matta" che ha un poco di lievitazione.
• Lasciar riposare al fresco, poi stendere non troppo sottile e mettere in una teglia ben imburrata.
• Avrete ritagliato dalla carta la figura del sanmartino. A cavammo, con mantello, elmo (meglio piumato) e spada estratta e ritta (senza doppisensi).
• Appoggiate la carta sulla frolla stesa e con la punta di un coltellino ricavatene la sagoma. Con gli avanzi potete fare biscotti o ornare l'elmo e l'impugnatura della spada. ATTENZIONE il Santo a cavallo deve essere bello cicciotto sennò si brucia  e si mangia poco...
• Infornare a calore medio finché è cotto.
• Mettere su un vassoio e ornare con: cioccolata fondente fusa, glassa se vi piace, dolcetti e confettini, attaccati con miele o marmellata (certi potete metterli già prima della cottura).
• Servire e gustare col vino nuovo e facce sorridenti.

Un ricordo: a San Marino, a Venezia e in altre zone i bambini andavano in giro cantando e stonando, accompagnandosi con strumenti di cucina: pentole, coperchi e cucchiai d legno. I coperchi sbattevano tra loro o ronzavano se strusciati, come timpani e piatti. Le pentole diventavano tamburi rumorosi. Venivano premiati con soldini (e questo la dice lunga sulla tradizione che stiamo importando di "dolcetto/scherzetto" ufff). Informatevi qui .

S.Martin n’à manda qua
Perché ne fe la carità
Anca lu, co’l ghe n’aveva
Carità ghe ne faceva.


altre ne trovate qua 
ma io ricordo soprattutto questa: 

Ma si cantava anche 
San Martin xè andà sui copi (tetti)
a giustar i veri rotti (vetri)
veri rotti no ghe gera
San Martin xè andà per tera

San Martin xè andà in sofita
a trovar la sò novizza (fidanzata)
la novizza no ghe gera
San Martin xè andà per tera
Dunque che dire? festeggiatelo come potete, ricordatevi dei bambini, delle castagne e del vino... e dei poveri che sono sempre di più...


AGGIUNTA POST-UMA:
il mio San Martino, fatto a occhio e con zucchero di canna (quello vero, il Mascobado) e un cucchiaio di cacao Venchi. Pochi ornamenti a compensare quello esageratamente addobbato della pasticceria :)



E il libro da leggere? 
Tocca questa Zelda, anzi, SuperZelda (Fitzgerald) che mi fa spostare la vigilia di San Martino... a domani! Poi l'avrò in mano e leggerò, che mi incuriosisce la storia e anche i due autori, che conosco, ma che per la prima volta lavorano uniti e a un libro a fumetti... o gesù, mi scordo che sempre bisogna dire graphic novel ;)
(PS: letto anche il libro nel frattempo. E se vi aspettavate la vita romanzata, no! Nulla di tutto questo. Un'analisi dei fatti, delle frasi, dei rapporti, uno dopo l'altro, fino alla fine. Un vero saggio biografico a fumetti).

17 commenti:

  1. Io purtroppo non so nulla di San Martino, chè a casa mia i santi erano banditi.
    Mia madre una volta ha iscritto me e mio fratello al catechismo, di nascosto da mio padre.
    Ma poi ha dovuto “ritirarci”. L’insegnante chiamandola a parte e parlando sottovoce, le ha chiesto perché non l’aveva avvertita che eravamo ritardati. La mamma, e penso sia stata la prima e unica volta a difesa dei figli, ha mormorato mortificata: ma a scuola sono bravissimi. L’altra ha guardato prima lei con comprensione, come chi dice una pietosa bugia, e poi la porta.
    Mia madre ci ha afferrati per il braccio, strascinandoci fuori dalla porta e sibilando: deficienti.
    Ma noi, giuro, non capivamo perchè; l’abbiamo saputo anni dopo.
    E comunque San Martino, per quel San davanti, non l’ho mai conosciuto.

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  2. ma nn ne avresti cmq saputo nulla, lituccia :) è roba veneta (niente a che fare con bossi :P) i santi a casa mia non avevano spazio grande, ma nelle chiese nei quadri a scuola dalle suore sì.... ehehe, erano talvolta anche i miei racconti per dormire le loro torture (rivisitata a fiabe di principi) :D il catechismo era di una noia mortale.... ma i dolci, i brindisi, le vigilie, i ponti di barche e le candele.... wow!

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  3. Bellissima tradizione. Ho imparato a scuola la storia da bambino (avevo anche fatto un disegno di S.Martino, che chissà perchè, donato il mantello, era rimasto mezzo nudo), poi trasferito in Veneto mi son mangiato questo dolce spaccadenti tanto dolce quanto 'sgraziato'. Adesso le filastrocche le insegnerò al piccolo, che mi impara cos'è la carità. E stasera castagne e vino.

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  4. che voglia di bruciate (castagne arrosto) e vin novo..... ma l'altro giorno al mercato son rimasta male: castagne a 7,50/8,00... il doppio dell'anno scorso!
    cia'
    lid

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  5. grazie per i link alle filastrocche, sono veneta ma non le conoscevo tutte!

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  6. Laura, mi sono documentata, anche qui è festa!
    Tipici sono i mufuletti di San Martino, e i biscotti sempre del santo :-)
    I mufuletti si mangiano con olio e sale o con la mortadella. O come si vuole!
    Evviva anche qui è festa!!!

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  7. @ilGiack ehehe, avevi unito il povero mezzonudo al santo, debudandolo un po'! Sì, al tuo bimbo insegna la carità.... ma anche a far casino con le pignatte! il dolce non è duro e zuccheroso, tutt'altro, almeno a venezia e padova, quello poi di cotognata è dolce :P e morbido.
    @lid le castagne quest'anno son rare e care, il clima asciutto non le ha gonfiate bene, ma mezzo chilo te lo puoi concedere oggi.... io però le ho pagate 5 euro a san lorenzo a roma, non sono grosse...
    @erika, nemmeno io tutte, ma ne conoscevo altre varianti che non ci sono e non trovo più nemmeno nella testa ;)

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  8. mi son distratta con le castagne (yum!) ma ero entrata nel blog per scrivere questo:

    “Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina.
    Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.”

    È l’inizio di Kitchen di Banana Yoshimoto ritrovato giorni fa grazie ad un trasloco.
    E mi ha fatto pensare a te. Alle tue ricette ai tuoi racconti.
    Cia’
    Lid

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  9. ah leggevo Banana e mi nasceva un desiderio di cucina, così ho aperto la tavola facendola rettangolare invece che tristemente piccola e quadrata, ho uscito fuori dagli stipetti pentole pentolini zucchero farina che non so neanche come mai ci fossero, e un altro po' di cose alla rinfusa.
    Ho acceso anche il fornello, per verificare se funzionava. Insomma era diventata una bella cucina in azione.
    Mi sono seduta, ho letto un altro po', ogni tanto guardandomi intorno soddisfatta. Verso sera ho preso il telefono e ordinato una pizza.

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  10. @Lid ma è stato a causa di quell'incipit (riportato straordinariamente in quarta di copertina) che comprai Kitchen e scoprii Banana Yoshimoto :) io voglio un casa che è fatta di una grande cucina e poi una stanzetta da letto. In cucina ci disegno bene e leggo invece un po' ovunque...
    @Lita :D eddai fai qualcosa sennò ti meriti questa:
    la pigrizia andò al mercato
    ed un cavolo comprò
    mezzogiorno era suonato
    quando a casa ritornò
    mise l'acqua, accese il fuoco
    poi sedette e riposò
    ed intanto a poco a poco
    anche il sole tramontò.
    Così persa ormai la lena
    sola al buoi essa restò
    ed a letto senza cena
    Lita ops... la pigrizia se ne andò ;)

    cosa non mi tirate fuori dall'infanzia....

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  11. la conosco anch'io! era in un'antologia dell'elementari. ricordo la copertina, tutta colorata, con una bambina bionda molto leziosa con la cartella.
    La mia non è pigrizia, è terrore!

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  12. ehehe, immagino ;) a me la dicevano a voce...

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  13. il tuo San Martino sembra buono. fatto con le tue mani, poi...
    Mangerei volentieri il mantello, così togliamo al santo il suo alibi di carità.

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  14. Sono contenta che tu abbia postato proprio quel disegno. Ogni tanto lo guardo perchè anche quello mi racconta un po'.

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  15. @Lita, in effetti era buono... così che al mattino dopo l'ho spazzolato ehm .. troppo... sì, dal mantello, dal suolo, dalla spada, dalla coda del cavallo... povero santo di scarso sacrificio a me sta simpatico per questo, niente eroismi!
    @marzipan, speriamo di riuscire a vederci, un tè con bisoctti o un aperitivo... ma grazie... i disegni sno un po' come ricordi o impressioni, alcuni restano dentro.

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  16. ma... sbaglio o il tuo San Martino è un coniglio?

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  17. @Lita, sapessi quanto m'hai fatto ridere scrivendo questo.. alla cena me lo dicevano e io sostenevo che sì, non m'era venuto granché, ma è l'elmo piumato del santo cavaliere... be' poi l'ho pure lievemente ritoccato a photoshop perché non fosse un coniglio e tu... bastarda, mi hai subito sbeccata! :D rido ancora dal 16.... ;)

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