domenica 23 ottobre 2011

MERENDE E MERENDINE

Sebbene si facciano anche d'estate, la parola Merenda mi evoca l'inverno, almeno l'autunno, la casa.
Così ne parlo adesso e insomma, se ho fatto il librino non posso non parlarne qua...
La trovate in vendita sul sito e anche nei siti di libri e librerie (per esempio Feltrinelli). Costa euro 4,90
La merenda fatta in cortile (a Venezia in campi e campielli) era il gelato preso al bar, o rubata a casa di corsa, magari di frutta... ma non è la MERENDA. Merenda è calore, cosa che le merendine (confezionate) non saranno mai. Merenda è casa, amici o un libro da riempire di briciole.
Visto che vi ho parlato di Venezia, vi allego una monopagina di 7 anni fa  che ne parla.
Non si parla di merende in questa pagina, ma nomino il lattaio Morte Parigi (un nome indimenticabile e misterioso), dove compravo le "sorprese, delle buste da 15 lire, forse 20, contenenti oggetti assurdi (altro che ovetti Kinder, ma erano poi i loro antenati), pupazzi degni di riti vudù (di pelo e piume di gallina), fischietti e altro, e bottigline contenenti un liquido coloratissimo, rosso fuoco, rosa magenta, verde smeraldo, che era acqua e zucchero "rosolio", da sorbire attraverso i tappino.
Da Morte Parigi si prendevano anche i gelati d'estate... il Camillino, il Fiordifragola, il Piper...
Merende d'estate, quelle da 50 lire in tasca e giochi a tana, a pietra-alta e a palla.
D'inverno invece si cercano pane e biscotti e si affondano le dita in vasetti... 
Sì, sono stata la prima generazione Nutella (1964, avevo 7 anni), allora era solo in piccole vaschette, almeno la ricordo così. Sebbene ne fossi una consumatrice allora, non era certo l'unica merenda. Le marmellate Zuegg, la marmellata di marroni, il pane e burro, gli Oro Saiwa adornati di altre cose buone, i Pavesini che mi stomacavano di troppa dolcezza... i dolci fatti in casa (pandispagna, mela in camicia, strudel...).
Per riportare a mente tutte le merende (che ci sono poi anche quelle salate, in genere più semplici  – pane e salame, pane e prosciutto – ma non è detto, come ricordavo lo scorso post) ci sono voluti amici e amici.. e poi me ne sono scordate, ma il bello è che altri me ne raccontano di nuove, o con piccole varianti: Pavesini intinti nella spremuta d'arance, per esempio e poi come mi sono potuta scordare il latte condensato? Dal tubetto, spalmato sul pane o direttamente succhiato in fretta prima che vedessero la mossa poco igienica e poco educata ;)
Volendo uno lo può fare anche in casa... io non ci provo, ma si fa così:

Latte condensato 
500 gr zucchero a velo
375 ml latte intero fresco e di buona qualità
45 gr burro 


Si mette tutto in una pentola che sia pulitissima, si porta lentamente a ebollizione e si mescola mentre bolle per 10 minuti o poco più. Diventa un poco più denso e più giallino. Allora lo si versa a raffreddare in un barattolo di vetro (attenzione che non scoppi) e si lascia lì, finché non lo si mangia.

La stessa origine culinaria ce l'ha il dulce de leche, che nei miei viaggi argentini mi ha perseguitata. Altro non è, diciamocelo, che una caramella mou in formato più morbido e invadente.
Pure lì si cuoce il latte con lo zucchero, ma più a lungo... vi do gli ingredienti se siete di gusti dolci:

Dulce de Leche
• 1l. di latte 
• 300 gr. di zucchero
• metà bacca di vaniglia
• mezzo cucchiaino di bicarbonato
il processo è lo stesso, cura e tempi maggiori... il colore poi è quello della mou.

Una merenda che non ho messo nel librino (oddio, quanti vuoti mi appaiono ora!) è un dessert molto buono, ma troppo energetico per questi miei tempi di dieta!
Ve la dico lo stesso, che è facile e non malsano, non troppo:

Banane al cucchiaio
Ingredienti
x 4 persone
• 2 o 3 banane
• 5 cucchiai di panna da cucina
• 3 cucchiai di cioccolato grattugiato (o di cacao)
• 3 cucchiaini di zucchero
Procedimento
• Affettare le banane e distribuire le fette in 4 piattini
• Coprirle con un sottile strato di panna non montata, abbastanza cremosa
• Cospargere di zucchero (poco)
• Coprire con il cioccolato amaro grattugiato 
• IMPORTANTE! Mettere in frigo almeno per 2 ore. Questo fa sì che i sapori si fondano e si trasformino.
• Servire  e gustare



e poi non dimenticare che leggere un libro è la compagnia ideale alla merenda d'inverno. Certo, si può chiacchierare con gli amici, ma diventa di più un invito a un tè o al caffè... invece la merenda si sgranocchia leggendo accoccolati sul divano o sul tappeto.
Un Bastien Vivès va benissimo... lo sfogliate da «ANIMAls» o prendete i libri pubblicati da Black Velvet... è uscito Paulina ora, molto bello, un passo avanti nel racconto, l'amore per la danza, per una passione, un'arte. Le difficoltà e i dubbi e le certezze. I Maestri. Molte cose da dire su questa storia. 
Ma per una merenda calda, intima, senza traumi (sebbene con un lungo dolore di incomprensione) Nei miei occhi lo sento più adatto:

ecco la ragazza qua sotto può dare un bacio, oppure mordere un boccone, la bocca di un ragazzo o una merenda...
ma attenti, briciole vabbè, ma macchie d'unto sui fumetti so, solo sui libri scritti! :)

giovedì 20 ottobre 2011

INTERIORS

periodo poco interiore questo... tutta presa dal fare... fabbricare libri e riviste (di fumetti e sui fumetti) non ho il tempo di mangiare a casa, di cucinare, di fare alcunché... e dunque nemmeno di postare qui qualche chiacchiera e cosa buona, né di parlare delle merende... sì, che il mio librino (a cui Melenella allude nel commento al post precedente) ora è uscito (Merende e Merendine ). E gli amici che lo leggono cominciano subito a parlare di quel che si ricordano di merende «Il caffellatte con i biscotti Nipiol; la rosetta scavata e riempita di pomodoro, olio, sale e mollica; i dolci calabresi (cannaritoli, giorgiolina...) e i fichi imbottiti di mandorle e limone....», questo mi scrive il raffinato e "multietnicoitalico" Massimiliano (anche lui al blog di ricette bloccato dall'iper-lavoro pre-Lucca).
Questo sì è interiore... il ricordo dell'infanzia e della giovinezza, i sapori perduti (talvolta ritrovabili), il recupero di momenti piccoli e nostri.
Le mie merende erano varie.
Ecco, questa è la parola. c'erano le merende speciali che ricordo, fatte con cura, poi altre più veloci che ricordo appena, ma erano sempre un po' invenzioni, furti, giochi.
Le merende dolci erano la norma, ma le salate non mancavano, pane con prosciutto, con salame... 
Ricordo, e so che a molti farà orrore, le merende a metà mattina (dunque era estate o avevo 4 anni e non andavo ancora all'asilo?), che erano fatte, spesso, con quel che si cucinava. 
E quando c'era il pollo (che allora era ruspante) mi toccavano bargigli, crestine, cuore e fegatini.
Bolliti, semplici, accompagnati dal pane.


Le interiora mi affascinano. Le mangio tutte, dal fegato alla veneziana (logicamente) al cuore, al cervello lessato, ai rognoncini, palle di toro ecc ecc. L'unica che non ho mai trovato (e mangiato) è la tetta di mucca (l'ho solo vista al mercato di San Lorenzo, a Firenze).
D'altra parte mi piace pulire il pesce per tirarne fuori e buttare le interiora, mi dà il senso della vita (e della morte).


Ecco.


Chi è rimasto a leggere?


...





Se non siete scappati vi racconterò quanto è buono il polmone.
E non fate quella faccia, l'altra sera mi è stata regalata una confezione di polmone che la gatta snobbava.
1 euro e 50 centesimi di polmone.
L'ho preparato come lo faceva mio papà, solo avevo un po' poca salsa in casa, era domenica, mi sono accontentata....




CORADEA
(ovvero spezzatino di polmone, da non confondere con la coratella romana che è misto di cuore, fegato e polmone, ma di animale piccolo, agnello credo)


INGEDIENTI
• Polmone confezione grossa (mezzo chilo?)
• 1 confezione di passata di pomodoro 
• 1 bella cipolla o 3 cipollotti più dolci
• 2 cucchiai d'olio
• sale q.b.
• se si vuole un po' di sedano






ESECUZIONE
• Tagliare il polmoni a pezzotti, tipo spezzatino (è un po' elastico, ma basta usare un buon coltello e non impressionarsi).
• Lessarlo in acqua leggermente salata, per circa 15/20 minuti.
• Scolarlo.
• Tagliare intanto la cipolla, abbastanza fine, e metterla in una pentola (antiaderente è meglio) con olio e pomodoro passato e magari un pezzo di sedano. Lasciar cuocere un poco, salare e buttare dentro il polmone pre-lessato.
• Cuocere per almeno 1 h. e 1/2, ma più cuoce meglio è (anche a tappe).
• Semmai allungare con l'acqua del polmone lessato, o con brodo vegetale (non di dado, spero).
• Volendo una spruzzata di vino bianco dentro al pomodoro, ma anche no.


Servire con pane, o riso, o polenta.
Il giorno dopo è più buono! e anche quello dopo ancora...


A cena i 3 che l'hanno mangiato hanno bissato (gli altri 3 si sono rifiutati a priori).
Interiors, in quel film di Woody Allen, non dei suoi migliori, il senso è questo, doppio.
 Interiora, budelli, e quello che abbiamo dentro, le rogn(oni)e nascoste (le immagini del film sono opposte: asettiche, dure, nude...). 
Se facessimo di più uso delle nostre interiora e interiorità, forse andremmo meglio. Scavare un po', estirpare e tirando un pezzo, trascinare – come dalle branchie dei pesci – lunghi fili insanguinati e ingombri di carne. 


Intanto torno al polmone.
E vi faccio anche notare che, se non vi schifa vi piacerà assai e che con 1 euro e mezzo (più pomodoro e cipolla e poco olio) si sfamano 4 persone! in tempi di crisi, di crisi vera che verrà, non è da sottovalutare...


E che cosa leggere mentre per 1 ora e mezza e più il polmone cuoce?


Butterei lì Asterios Polyp, il discusso librone di Mazzucchelli, che abbadona il pennello denso, le figure espriessive attraverso neri e materia e raggela, così come Woody Allen, l'estetica del racconto. Ne fa trama geometrica, disegno di architettura, per raccontare interiors... basta guardare la prima vignetta, la nuvola nera che è ancora il primo Mazzucchelli: segno. Un grumo non dissimile da un cervello, dalle interiora. È sono gli interni che ne escono poi, nel racconto, nelle geometrie rosse  blu che distinguono lui e lei.


Un libro lungo e impegnativo (io l'ho appena cominciato) che non vi farà sembrare lunghi i tempi di cottura della carne, che cuocerà assieme allo spirito decodificato sui fogli da architetto.
Poi potrete mangiare. 
Senza dimenticare che i polmini li abbiamo anche noi, servono a respirare.