venerdì 17 febbraio 2012

RI-NEVOLE a cielo azzurro

Nevole delicate come un pensiero. Pensiero di nevole con ricordi di Sud.
Le ho fatte ieri sera, che se guardavo un film mi addormentavo, leggere o letto, durante (ancora i raccontini nuovi di Mari) e dopo (Un anno sull'altopiano, di Lussu), ma si è rotta l'abatjour e leggere a letto è un'impresa se non mi ricordo di pigliarne una nuova (magari senza le tende dell'abatjour).
È inutile che vi mostri immagini.
caffeacolazione.tumblr.com

Ecco gli ingredienti per le Nevole alle mandorle, che dedico agli amici siciliani o giù di lì.


NEVOLE DELICATE ALLE MANDORLE


Ingredienti
(x circa 19/20 nevole)


• 200 gr. di farina di mandorle
• 200 / 250 di farina 00 (così Lita non protesta)
• 130 gr. di zucchero integrale vero (tipo Mascobado o simili)
• 40 gr. di zucchero bianco (ma potete usare solo l'integarle)
• 2 uova
• 1/4 di litro di latte (circa)
• un pizzichino di sale
• Vaniglia (un cucchiaino della mia speciale e vera, ma insomma, vedete voi)
• 1 buccia di arancia grattugiata o "graffiata" (anche 2 arance, ci vorrebbero)


avessi avuto un bicchierino di Rum ce lo mettevo... oppure poca acqua di rose mediorientale, ci starebbe.

Procedimento
Il solito delle nevole.
• Mescolare gli ingredienti nell'ordine elencato (il latte mano a mano). Sbattere con vigore che non ci siano grumi.
• Mettere a cucchiaiate sulla piastra e schiacciare con forza, che ha più sostanza. Sentirete che profumo di mandorle...
• Secondo me ci devono stare 2 minuti o quasi. Riescono belle croccanti.
• Lasciar raffreddare bene prima di impacchettare per conservarle.



Io le accompagnerei con ricotta, un po' tipo quella da cannolo, ma meno dolce, o con cioccolata fusa in cui intingerle, o così, con un bicchierino buono da accompagno.

mercoledì 15 febbraio 2012

SFORMATINI di PESCE (e niente San Valentino)

San Valentino mi passa sempre nel dimenticatoio, sia che io sia fidanzata o sfidanzata... festa stucchevole e abbinata a banalità come dolcetti o cenette organizzate, potrebbe, non dico di no, affascinare con biscotti bellissimi, se non la sentissi troppo lontana. La tradizione anglosassone mi affascinava solo da bambina, in un libro per bambini, appunto, con antiquati ma bei disegni in bianco e nero.
Per il resto me lo scordo (tanto che alla fine ieri sono andata a cena con un amico, non badando assolutamente al rischio ristoranti-pieni-di-coppie, peraltro evitato).
La volta più divertente fu quando mi ero messa d'accordo per chiacchiere amicali e fumettistiche con Franco Saudelli, un po' di anni fa. Tutti e due smemori, trovammo pieni un paio di ristoranti, e un tavolo al terzo, che era stato prenotato per 4 e poi disdetto. Solo dopo un po', osservando con aria ebete i cioccolatini a cuore posti vicino ai piatti, il mazzolino al centro e altri dettagliuzzi, ci rendemmo conto, da celibi e di scorzadura (e testa tra le nuvole) che eravamo in piena cena... romantica! Il che non cambiò la conversazione, aggiunse ai discorsi sui fumetti un po' di risate :D


Ecco perché ieri, anche causa mille impegni extra ufficio, non ho postato nulla, nemmeno un anti-sanvalentino.
E sì che avevo trovato un bel post da citare, sulle origini assai più pecorecce della festa (in questo e un altro paio di cose i romani sapevano farci assai).
Il post lo cito lo stesso QUA (tra l'altro girando ci trovate anche ricette).


Allora dovrei adeguare la ricetta a questo clima godurioso e carnacialesco (a proposito di carnevale, ricordate che le frittelle o fritole, le ho postate un anno fa, come primo post dl blog).


Invece vi scrivo una ricettina delicata, che inaugurai (leggi inventai) un capodanno, e che con alcune varianti ripeto a cenette scelte.

SFORMATINI DI PESCE
le ricette eccole qua scritte a mano per ricordare...




una ve la trascrivo, che son gentile:


TORTINO DI PERSICO (ma variate pure pesce: cernia, branzino, salmone...)


Ingredienti
x 6 persone (e 6 stampini, quelli meravigliosi di silicone)






• 1/2 chilo di filetto di persico
• sedano
• carota
• zenzero (2 cm.)
• sale
• pane secco (pochissimo)
• latte (2 cucchiai)
• 1 uovo


Procedimento
• Lessare poco il persico, o meglio cuocerlo con un cucchiaino d'olio e un po' d'acqua, pezzetti di sedano e carota (e una spruzzata di vino bianco se volete).
• Toglietere dal pentolino quando è cotto e lasciatene un pezzettino (o spine o testa) a cuocere in questo sughetto abbondante, aggiungendo anche lo zenzero.
• In una terrina mettere a mollo il pane in poco latte, poi aggiungere il liquido colato del sughetto.
• Lasciar assorbire bene, poi strizzare, scolare (ma senza eccedere) e aggiungere il pesce sminuzzato fine, impastandolo con le dita. Regolare di sale se occorre, pepe fresco, e lo zezero sminuzzato. Mescolare bene.
• Aggiungere il tuorlo d'uovo e mescolare con cura.
• A parte sbattere le chiare a neve, abbastanza ferme, poi aggiungerle all'impasto.
• Calare negli stampini (se non sono di silicone imburrateli)


A forno medio (180° o 200°) per 15 minuti dovrebbe bastare.
Servire con una salsa di mandarino (mandarino spremuto, sughetto rimasto del pesce, buccia trita, un cucchiaio di farina e una noce di burro), o una salsa fresca di pomodoro e acciughe, o al curry...


buono, delicato e persino adatto a una cena romantica... e io che volevo evitare...
Mi rifarò col fumetto...


Ebbene sì, il fumetto CONTRO SAN VALENTINO
e contro l'amore!
Sono sicura che piace molto anche a Giacomo Monti (l'autore del fumetto da cui ha tratto ispirazione Gipi per il suo film uscito a settembre).
Questo è "Io le pago" di Chester Brown.


Un libro che fa capire la prostituzione e l'andare a prostitute.
E molte altre cose.
E sicuramente vede molto più positiva la situazione delle prostitute (ma siamo in Canada) di quella reale, almeno da noi. Ma fa anche cambiare ottica. E capovolge il nostro concetto di amore e sesso, che non necessariamente vanno assieme. Il libro è bellissimo sia che possiate almeno in parte trovare che ha ragione, sia che vi opponiate con tutte le vostre forze. Un consiglio, lasciatevi trascinare dalla sua visione (tanto i suoi amici non concordano e nessuno vi obbligherà a farlo, una volta chiuso il libro). Entrate nella testa di un altro. E se avete + di 50 anni non scordatevi gli occhiali, soprattutto per le note in fondo, interessantissime.
(tra parentesi, sempre edito da Coconino sto leggendo ora i suoi racconti brevi, interessanti, assurdi, divertenti... ma non c'è confronto!)

venerdì 10 febbraio 2012

NEVOLE DI CASTAGNE (mentre NEVICA)

Da accompagnare con ricotta, o da rosicchiare da sole, le nevole più invernali sono queste...
Le stavo postando l'altro giorno, fatte una settimana fa, bloccata a casa dalla neve, quella vera persino qua a Roma, ed ecco che oggi torna a nevicar (d'inverno quando nevica. più nevica, più nevica, più trona a nevicar! cantava Winnie the Pooh, l'originale e il vero...). 


Citando Winnie the Pooh mi vien da pensare al diritto d'autore, che in questi giorni è mosso da SIAE (chiuderà?) da discorsi sul dirirtto d'autore e lo scaricare free dalla rete, sui diritti del signor Moore e sui diritti dei morti (ne ho parlato io qui). Ma insomma se mi metto a parlare qui di diritti d'autore le nevole stan ferme prima che io possa tornare a casa a cuocerne il bis questa sera, attraversando allegramente la città innevata (allegramente che a me continua mettere allegrezza, mi spiace per chi scivola e torna a scivolar...).


Allora andiamo sulle castagne e nevole. Se avete la piastra vi assicuro che è il più bel passatempo, facile e divertente. Per chi ha bimbi bello da fare assieme (stando attenti che non tocchino la piastra rovente), per i credenti un bel modo di recitare il rosario: 2 avemaria a nevola (io userò un timer del cellulare, che contare sempre fino a 60 mi annoia).


Ed eccovi le dosi (credo adatte a varie piastre)


NEVOLE di CASTAGNE


Ingredienti
(per 20 nevole, pure meno... da spezzare poi in 4)


• 2 uova (avendone in casa 2 le altre cose si sono adeguate a questa dose)
• 150 gr. scarsi di farina bianca
• 159 gr abbondanti di farina di castagne
• 1 bicchiere di vino rosso
• 1 bicchierino piccolo (o mezzo normale) di olio... io ho solo quello di oliva.
• 120 gr. di zucchero (o poco + se preferite)
• 1 cucchiaio abbondante di semi di finocchio, o di anice

• 1 cucchiaio di cannella


Procedimento
• sbattere un poco le uova e aggiungere le due farine mescolte assieme e lo zucchero.
• aggiungere cannella, e l'olio, poi pian piano il vino. Deve essere cremosa ma densa. Regolate liquidi e farine di modo che sia giusta.
• aggiungete anche i semi di finocchio e mescolate bene.


• lasciate riposare 10 minuti. Nel frattempo riscaldate la piastra (ci vuole un po', i 10 minuti ci stanno). Rimescolate.
• Ora mette la cucchiaiata abbondante nel centro (leggermente indietro). Se non fuma di vapore è ancora fredda. Non toccate per un minuto. Prgate, cantate, contate, leggete...
ed ecco:


• molti minuti, preghiere, numeri, canzoni, pagine dopo...
N.B: Se qualcuna è un po' tenera e flessibile, accendete il forno, e lasciatele dentro a mezzo calore per qualche minuto: devono essere croccanti.


Sono buonissime. Hanno un difetto mi diverto tanto a farle quanto a mangiarle... terrore!


SALATE E TARAGNE
Ho provato anche quelle di polenta taragna. Stesse dosi (mezzo e mezzo con la bianca) di farina, niente olio, solito vino e 1/4 di litro di latte, sale e molto curry e simili. Il latte va buttato bollente sulla farina taragna, poi si aggiunge quella bianca e il vino ecc. Vanno cotte un po' di più, ma con formaggio (fuso è meglio) son buone assai!
...
Mentre si fanno le nevole si può leggere. Qualcsa di non eccessivamente impegnativo, magari...
ecco che – aspettando il suo Sweet Salgari – questa sera mi sparerò Adiòs Muchachos, disegnato da Paolo Bacilieri dal romanzo giallo di Chavarria (Rizzoli Lizard, versione originale di Casterman). Mi pare perfetto per una sera d'inverno. Una mia amica fidata l'ha divorato aspettandomi per andare a pranzo e se lo he gustato e divorato quanto io le nevole ;)


Dopo, mentre le rosicchio, posso tornare al mio Ragione e sentimento della Jane Austen.


Ma visto che magari siete a casa con i bimbi piccoli, correte prima a comprare un libro appena premiato in Olanda (pensa te) di Emanuela Bussolati, Tararì Tararera... non finisce mai perché le parole sono tutte inventate!


Buone nevole, buona neve e buone letture!
(e se vi annoiate andate a scoprire che cos'è ComicOut)

mercoledì 1 febbraio 2012

RISO DI MARE (per pensare al mare anche d'inverno)

Il mare mi manca sempre, ogni tanto (non in questi giorni che prevedono neve e gelo) dovrei andare a camminare sulla spiaggia, Ostia non è poi lontana...
Il mare d'inverno è bellissimo.




Una sera con amici a cena, cerchiamo di rievocare il mare.
Di secondo i calamari (al vecchio post aggiungerò migliori foto dei miei calamari ripieni di verdura, promesso.


E si comincia invece con il risotto di branzino (o di altro pesce saporito, che poi c'entrano anche altri pesci senza nome, come vedrete...
Deriva, come apprendimento, soprattutto dal risotto di Romano, grande ristorante ormai surclassato da altri più fighi, a Burano. 
Ma Romano era il ristorante di una volta e lì si va a mangiare il risotto di gò (ciò di ghiozzo). Che si fa solo col brodo del pesce e non con la polpa.
La variante è questa (o altre con altri pesci), poi se trovate il ghiozzo (pesce di poco valore che son riuscita  a pescare persino io, in cima al molo del Lido di Venezia, da bambina, con senza canna da pesca, solo con la lenza arrotolata a un sughero) fate il riso solo col brodo, al limite passando la polpa a un setaccio. 

RISOTTO DI BRANZINO (e altri pesci)


INGREDIENTI
x 4 persone e più (anche 6)


1 Branzino bello grosso (1/2 chilo almeno)
teste, spine, code di pesci altri, possibilmente con un po' di polpa (almeno altre 3)
prezzemolo
sale
vino bianco 1 bicchiere grande
1 costa di sedano
(optional carota e cipolla, poca e 1 acciuga sott'olio)
2 spicchi d'aglio
4 cucchiai d'olio
pepe bianco alla fine
riso 1 tazzina da caffè a persona


Come vedete se avete un pescivendolo generoso e che lavora parecchio, il risotto è davvero poco caro. Il branzino però, o l'altro pesce che avrete scelto, sia di mare!


PREPARAZIONE
• Semplice, si mettono tutte le spine, code e compagnia cantante a cuocere a lungo nell'acqua con poco sale e una gamba di sedano (e anche carota, se volete, e persino un pezzetto di cipolla).


• intanto la polpa del branzino (che è stato già ridotto  bei filetti) a pezzi la cuocete velocemente in un padellino con 1 cucchiaio d'olio, un pizzico di sale, uno spicchio d'aglio e una spruzzata di vino bianco.


• Dopo più di 1 h. in una pentola abbastanza larga buttate 3 cucchiai d'olio e uno spicchio d'aglio e il riso, fate tostare, mescolando, finché diventa opaco e un po' traslucido. Togliete l'aglio, spruzzate di poco vino che lasciate evaporare e poi cuocete col brodo di pesce, regolando di sale (se amata le acciughe, 1 acciughina può sostituire il sale).
• Si procede così, come per tutti i risotti. Io aggiungo il brodo a mestolate abbondanti, poi metto il coperchio e lascio andare 3 minuti, poi ributto brodo, mescolo ecc ecc...
• Quando si è a fine cottura, aggiungere i pezzi di branzino, cuocere ancora un paio di minuti e versare il vino. Cuocere ancora finché evapora bene e far asciugare.
• Tenere il risotto chiuso qualche minuto prima di servire. Aggiungere una bella manciata di prezzemolo tritato, mescolare e impiattare. Ognuno di aggiungerà il pepe fresco se gli piace.




Sta bene con vini profumati, con vini secchi, sempre freschi, non gelidi, a contrastare e legare.
È permesso pochissimo pecorino, ma secondo me non ci va. Piuttosto, quando si aggiunge il branzino, una buccetta di limone a profumare.


Poi si parla, non c'è più fretta.
A seguire basta avere una verdura bollita, o calamari ripieni...


Dopo i ricordi veneziani dovrei indicarvi un libro veneziano, invece giusto ieri ho finito Tre romanzi di una giornata, di Raffaele La Capria, il secondo Ferito a morte, è così pieno di mare, tuffi, nuotate e pesca (oltre che della Capri anni 40/50), che un risotto di pesce vi si accompagna bene. 


Se lo mangiate in una pausa di lettura avrete più forte il gusto del mare in bocca, e allora però ci vorrebbe un bicchiere di Biancolella, vino ischitano che si trova raramente in purezza, ma che amo molto.
Buona lettura, buona cena e buone bevute!