mercoledì 14 agosto 2013

Ricetta: come nasce un fumetto (2)



Per esempio l'altra sera ho fatto una fetta di spada a tocchetti, con mezzo peperone rosso quasi nero, a toccetti finissimi, 1 spicchio d'aglio, erbette e pinoli. Cotto con poco olio (prima un po' il peperone poi il resto, e i pinoli verso la fine.
È venuta una squisitezza (le erbette sarebbero menta, origano fresco e timo fresco).

La cucina è spesso così. L'occasione crea la ricetta.
Per grandi ricette occorre anche studio, conoscenza dei sapori ecc ecc.
Ma è avere un cibo in casa, provare a trovargli attorno quello che si intona, che è il normale inizio per un piatto nuovo.

Ecco che vi ho raccontato come ha avuto origine la mia storia che sta per uscire su Aces Weekly (#7).
Nella cucina c'erano vari sapori che si stavano incontrando, degli ingredienti. Ma ben sapete che gli ingredienti sono la partenza, ma non fanno il piatto. 

Ecco, la cosa più difficile è ricostruire un percoso di creazione.

Questa volta non è complicato, la storia è piccola e l'origine precisa.
Per non spoilerare ve la racconto parzialmente, come è nata...

Vi dicevo.
Alle spalle il libro di Rigon.
In mezzo l'offerta di David Lloyd.
Arrivano questa cartoline:




e la notizia che esistono i pittori di guerra. Esistevano soprattutto nell'esercito austroungarico.

Mi si fa subito piuttosto chiara una visione di un racconto:
«Il pittore finisce tra molti altri, poi al fronte.
Attorno a lui la carne da cannone ma anche l'avnzata.

Un piccolo cimitero dietro le linee, si seppelliscono i morti.
Si avanza

La fatica e il fango, la nuova trincea

Si attende a lungo. Disegnare è più difficile.

Battaglia cruda. Le bombe spazzano intere cime di montagne».
 
Ecco che mi accorgo, che mentre penso la storia emergono libri che ho letto quest'anno. Libri casuali o consiglaitimi da Rigon, oltre al suo. Gadda, ma anche il diario di un tenente Austriaco (Tappe di una disfatta).
Tutta roba che mi pareva accumularsi e voler entrare nel graphic novel che immagino e progetto, ma che mi dava fastidio sentir premere, ora si è accomodata in modo semplice.

Pensando a una storia, ormai conosco dei dati, delle informazione, degli stati d'animo e situazioni, che sono la scacchiera in cui muovere il mio pittore di guerra.

L'amico giornalista mi butta là il suo spuntoo, l'idea che gli viene dal conoscere molti percorsi dei pittori.

Gli scrivo:«come ti accennavo è opposta a quella crudele che mi proponevi tu, talmente opposta da bilanciarsi perfettamente.
L'idea è che il finale verta su un pittore di guerra rimasto isolato in montagna»
«la scena resta cruda e dura. mi manca da strutturare la prima parte e capire le lunghezze e insomma, sceneggiare».
 
Ecco, ora non resta che scandire per episodi (7 di 3 pagine orizzontali ognuno) e schizzare.
Ma qui viene il bello, per capire le misure  dei pixel e non dei centimetri, faccio lo schema al computer... e già che ci sono inserisco direttamente al computer lo schizzo, usando penna e tavoletta Bamboo. 
Ho già usato direttamente la penna ottica e tavoletta per disegnare. Per alcune illustrazioni di ANIMAls, di recente l'iPad per i caffè a colazione fatti in luoghi scomodi.
Ma questa volta è la progettazione.
 
 
Vi racconterò il resto.
Il senso di tutto è che la materia utilizzata è solo prolungamento di mano e cervello.
Ma anche che lo spazio in cui agiremo agisce anche sul nostro creare. Non è indifferente fare un piccolo quadro o un grande affresco, pensare per la carta o per la rete.
Aveva ragione un mio compagno dell'Artistico che sapeva a memoria le misure dei quadri, opere che non nascono per la riproduzione su carta (e in piccolo).
Ogni cosa influisce sull'altra, non solo i materiali per la ricetta, ma chi viene a cena, e su che tavola mangeremo, con che pentole e fuochi si cucina...

2 commenti:

  1. Mio padre era ufficiale del regio esercito in sicilia, ha lasciato dei piccoli acquarelli di tende mimetiche e pianure riarse e ritratti a penna di commilitoni e bambini siciliani. Mi sono sempre chiesta come potesse fare la guerra un uomo così poetico e pacifico.

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  2. Le tue parole sono molto sottili e toccanti. Anche chi è poetico si trova nella guerra e la fa. siamo complessi e compositi siamo anche più forti di quello che pensiamo
    mi piacerebbe vedere gli acquerelli di tuo padre.

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