lunedì 28 gennaio 2013

PRATT a Tavola - 2

È stato un evento memorabile.
 
La tavola attorno cui – al Graspo de Ua – ci siamo riuniti a ricordare e raccontare Hugo Pratt, vedeva presenti tutti i suoi principali allievi e compagni di disegno e avventura.
A presentare tutti l'instancabile Piero Zanotto (in piedi per più di due ore di incontro, instancabile anche in questo). Ecco gli altri da sinistra a destra: Guido Fuga, Alberto Ongaro, Laura Scarpa, Ivo Pavone, Stelio Fenzo, Lele Vianello.
@ Scuola di Fumetto, www.scuoladifumetto.com
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Ma tra il pubblico, oltre a giornalisti e amici fin dai tempi argentini, anche qualche "rivale" politico del '43 (con cui è nata un'amichevole disputa tra fascisti e partigiani).
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Poi disegnatori, sceneggiatori e persino Luigi Danesin, importante rappresentate della Massoneria e amico di Pratt.
Parlare del Maestro di Malamocco richiederebbe molti di questi incontri, e al Graspo de Ua già si prevede una rentrée con una forma diversa... e non solo ci sarebbe di parlare di Pratt, ma di quel periodo d'oro e di quel gruppo magico di ragazzi dell'Asso di Picche.
Il volume, edito da Mompacem, che ho scritto con la collaborazione di questi grandi compagni di viaggio presenti a Venezia quella sera, e altri che non erano lì, ma altrettanto importanti, come Milo Manara e José Muñoz, scopre proprio l'unicità dell'artista, ma anche la sua interazione con gli altri autori. Per saperne di più troverete anche un articolo su Scuola di Fumetto 86, in edicola in questi giorni.

Ecco dunque un po' di foto preziose, per l'assemblea di firme e personaggi di cui danno testimonianza.
Ma prima una curiosità.
Poiché Pratt era di casa al Graspo de Ua negli anni 70, il figlio del  padrone di allora se lo ricorda bene, ed è venuto con preziosi disegni e qualche ricordo.
Ecco i piatti che Pratt amava mangiare. Piatti semplici della cucina veneziana:
Nervetti
Milza
Coradea
Sarde in saor
Bigoi in salsa
Pasta e fasioi
Seppie al nero
e vino buono sì, ma senza cercare bottiglie d'annata... diviso sempre con un piccolo gruppo di amici, 5 o 6... e pagando con disegni, come facevano allora gli artisti a Venezia (prossimamente vi passo qualche ricetta).
Allora tutti a tavola con Hugo, dopo l'incontro.
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domenica 13 gennaio 2013

PRATT A TAVOLA!

Hugo Pratt era un gourmet.
Probabilmente era un goloso di vita. Di libri, di amori, di viaggi, di disegni e immagini, anche di cibo.
La pancia lo rivelava anche a chi, come me, non ci si è mai seduto a tavola assieme. Al massimo l'ho incrociato all'aperitivo da Harry's Bar. Era una volta che avevo fatto le due tavole pubblicate su Dedicated to Corto Maltese, e lui mi ringraziò.

Perché lo conoscevo, Pratt. Non posso dire "io lo conoscevo bene", ma mi fu maestro.
Da quando avevo 15 anni, fino penso ai 21, 22, gli feci vedere i miei disegni, i primi lavori.
Ricordo ogni frase che mi disse.

Per questo ho amato scrivere  il libro Hugo Pratt – le lezioni perdute. Le sue lezioni spesso oggi ci sembrano proprio andate perdute. Non solo quelle che teneva e che scrisse e disegnò, per la Escuela Panamericana de Arte a Buenos Aires. Ma non è così.
Quelle che diceva e mostrava ai giovani disegnatori che andavano da lui, come me, come Lele Vianello, come Milo Manara. Ma anche José Muñoz fu "allievo", anche Bacilieri e Stano hanno imparato dalla sua eccellenza (per usare le parole di Muñoz).
Anch'io avrei potuto imparare di più, certamente.
Ascoltavo i suoi elogi e i suoi rimproveri, sotto il suo sguardo ironico e che scavava imparavo un poco, i miei disegni avrebbero potuto essere più forti se avessi ascoltato di più. Con lui ho imparato di sicuro a leggere e a parlare di fumetto.
Ma non mi sono mai seduta con Pratt a una tavola dove ci fosse cibo, ho perduto il momento delle sue memorabili cantate all'Hotel Napoleon a Lucca, delle serate cucinando e raccontando a Malamocco o a Parigi.
La tavola cui sedevo, tranne qualche caffè veneziano, in piazza e piazzetta, era quella del suo studio, lui di là, nel lato in cui disegnava, io di qua. Pomeriggi invernali che rabbuiavano e Pratt diventava un'ombra nera che parlava di fumetti e libri e penne.
L'ho visto disegnare Leopardi, storia africana di Corto.
Ho letto alcuni libri che mi suggeriva, ho scritto appunti dopo che ero stata da lui.
Oggi ho rivisto le sue lezioni argentine, ho intervistato i suoi compagni di lavoro e i suoi seguaci, ho ricordato.
 
Giovedì' 17 sarò di nuovo a Venezia, la mia città dove tutto ha avuto origine, anche l'incontro con Pratt (a Malamocco, quella terra persa che ho rivisto andando a intervistare Lele Vianello, al piano terra della terrazza dove incontrai Hugo la prima volta, con Anna, Silvina e Giona, quello spazio di canne tra laguna e mare e avventura) l'incontro con il fumetto.


Giovedì 17 gennaio alle 18 ci sarà un grande incontro, in occasione della presentazione del libro, Piero Zanotto, grande giornalista del fumetto, ha organizzato assieme al Graspo de Ua (grande ristorante veneziano, di cui Pratt era un fedele frequentatore, tanto da avere un suo tavolo) un serata dove ci saranno tutti: Alberto Ongaro, Ivo Pavone, Stelio Fenzo, Lele Vianello, Guido Fuga, Mariolina... Piero Zanotto, io e anche il cibo e il vino, poi.
I disegni di Pratt, la sua presenza, tanti amici.
Non è solo per il libro, è nella speranza, soprattutto, che Venezia si ricordi del suo artista più nuovo e internazionale degli ultimi anni, che il comune o qualche sede artistica si faccia venire in mente uno spazio intelligente, colto e aperto al pubblico, che porti le immagini prattiane, i suoi viaggi, la sua cultura, ancora tra le calli.
E anche nelle osterie, perché no?
Perché dopo Canaletto, Tiziano, Tiepolo c'è stato anche Hugo Pratt.

Se ci siete passate, se non ci siete fate anche voi in modo che a Venezia se ne parli, di Pratt. O alzate un bicchiere tra le 18 e le 20, un vino buono per brindare al fumetto e a Hugo.

P.S. e poi vi racconterò il menù